La Russia ha concesso la grazia al killer della giornalista Anna Politkovskaja: “Una mostruosa ingiustizia”.
Sono passati 17 anni da quando Sergei Khadzhikurbanov uccise la giornalista della Novaya Gazeta, Anna Politkovskaja, insieme ad altri quattro uomini. Nel 2014 fu condannato a 20 anni di prigione per aver organizzato l’omicidio, ma dopo essersi arruolato nella guerra in Ucraina, il presidente Putin gli concede la grazia.
La grazia concessa da Putin
Sergei Khadzhikurbanov, ex agente di polizia di Mosca ed ex membro delle forze speciali, ha approfittato di una pratica introdotta dal gruppo Wagner all’inizio del conflitto. La brigata reclutava migliaia di detenuti promettendo che, dopo sei mesi di guerra, sarebbe stata concessa loro la grazia.
Dopo la morte del leader, Yevgeny Prigozhin, l’esercito continua a reclutare detenuti ma in maniera ridotta. Tra i pochi prescelti, anche Khadzhikurbanov, che oggi è un uomo libero. Il presidente Vladimir Putin gli ha concesso la grazia come premio per aver combattuto in Ucraina.
“Grazie a quest’azione è stato graziato e ora continua a prendere parte all’operazione militare speciale come volontario, dopo aver stipulato un contratto con il ministro della difesa. Ha lavorato nelle forze speciali negli anni Novanta, ha esperienza ed è probabilmente per questo che gli è stata immediatamente offerta una posizione di comando“, spiega il legale dell’ex detenuto, Alexei Mikhalchik.
L’assassinio di Anna Politkovskaja
Anna Politkovskaja, cronista di Novaja Gazeta, fu assassinata il 7 ottobre del 2006. Giornalista investigativa, critica della guerra russa in Cecenia, venne uccisa in un ascensore del suo condominio, quando aveva solo 48 anni.
Sergei Khadzhikurbanov è stato condannato al carcere nel 2014, riconosciuto colpevole, in particolare, di aver fornito supporto logistico all’omicidio. Rustam Makhmudov era invece stato condannato all’ergastolo per aver premuto il grilletto, come anche suo zio, Lom-Ali Gaitukayev.
I due fratelli di Makhmudov, Dzhabrail e Ibragim, erano invece stati condannati a 14 e 12 anni, da scontare in una colonia penale. All’epoca, la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva condannato la Russia per non aver preso provvedimenti adeguati per trovare i mandanti dell’omicidio della Politkovskaya.
La famiglia di Politkovskaja: “Una mostruosa ingiustizia”
La famiglia di Politkovskaya ha definito la decisione una “mostruosa ingiustizia”. “Per noi, questo perdono non è una prova della redenzione e del rimorso dell’assassino”, scrivono in una nota congiunta Novaya Gazeta e i figli di Anna Politkovskaya, Ilya e Vera.
“È un fatto mostruoso di ingiustizia e di illegalità, una profanazione della memoria di una persona uccisa per le sue convinzioni e per aver fatto il suo dovere professionale”, aggiungono.